FUTURO 2012

LA MIA GENERAZIONE ED IL FUTURO

La mia generazione ha vissuto il futuro in modo bizzarro. La mia generazione è la classe 1966 e dintorni. Quando sfogliavamo le riviste di costume ridevamo delle auto americane degli anni cinquanta con le pinne per anticipare il futuro... E pensavamo che noi nel 2000 avremmo avuto le macchine volanti. Il 2000. La mia generazione avrebbe dovuto guidarlo. Il 2000 l'abbiamo vissuto con la serie televisiva “Spazio 1999” con la base lunar-terrestre in cui le scorie radioattive causavano un'esplosione e la Luna se ne andava per conto proprio nell'universo intero ad incontrar alieni. Alieni presenti nella serie “Ufo” che addirittura anticipava il 1980 con auto fantascientifiche guidate dal mitico Comandante Straker, vestito in modo mirabolante e fascinoso tipo swingin london. Il 2000 anticipato di poco dal film del 1995 di James Cameron “Strange Days”, in cui l'eroe è un ex poliziotto che spaccia minidisc da inserire in delle apparecchiature che portano sballo. La mia generazione ha subito la pallosità profonda ed al contempo sublime del capolavoro di Kubrik “2001 odissea nello spazio” in cui l'uomo, andando verso Saturno, dialogava con la mente del computer. La mia generazione ha compiuto viaggi interstellari con “Gig cuore d'acciaio” e “Atlas Ufo Robot”. Persino la serie surreale inglese di “Agente Speciale” anticipava la tecnologia del futuro con l'agente segreto con bombetta ed ombrello, i cui collaboratori nell'episodio “Scacco matto all'ufficio cifra” utilizzavano una sorta di protocellulare, nero piatto e dotato di antenna estraibile. La mia generazione è arrivata al 2012. Non abbiamo preso il potere. Le auto non volano ed il motore è ancora principalmente a scoppio e non a reazione. Gli alieni non si sono ancora visti... Se non in politica. Nello spazio siamo andati poco e senza astronavi con l'eccezione dello Shuttle. Di viaggi nell'iperspazio nemmeno a parlarne. La rivoluzione tecnologica è arrivata dove non ce l'aspettavamo: nei telefonini, in internet, nelle telecamere e fotocamere digitali oltreché nei navigatori satellitari. In compenso molti di noi con la scusa di ricercare i vecchi compagni di classe sono diventati dipendenti di una nuova moda virtuale: facebook. Un futuro alla 1984 di George Orwell con l'occhio che ti osserva è forse dietro alle porte? Un'isola non dei famosi ma de Il Prigioniero forse ci aspetta? La mia generazione spera proprio di no.

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